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Se il ‘900 ha visto il “cancro”, da karkinos, granchio, secondo Ippocrate, come malattia del secolo, l’inizio del terzo millennio vede sicuramente lo stress come malattia patognomonica, anche se l’obesità…
Nella etimologia della parola “stress” c’è il significato di “sollecitazione”, “spinta”, “sforzo”. Nella lingua francese antica, il termine estrèce indicava l’atto dello stringere, oppressione. Modernamente, con termine rubato al vocabolario tecnologico, ha significato di “punto di rottura” riferito ad un metallo o ad una lega.
Intanto cari Amici, vi dò il pensiero della comunità scientifica, personalmente elaborato per il nostro incontro.
Nel 1936 il Medico di etnia ungherese dell’Impero austro-ungarico Hans Hugo Bruno Selye (Vienna 1907 – Montréal, Quebec, Canada 1982) ha ideato il termine di “Sindrome generale di adattamento” per definire la risposta dell’organismo ad un qualsiasi tipo di stimolo detto stressor, sia di tipo positivo che negativo; il lavoro (“A syndrome produced by diverse nocuous agents”) fu pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Nature. Comunque già all’inizio del XX° secolo, Walter Cannon, fisiologo americano, aveva descritto le reazioni di attivazione del sistema nervoso simpatico secondarie a situazioni da lui definite di “lotta o fuggi” (fight or flight).
Stress è un termine dal significato vastissimo, vissuto e stravissuto, impiegato e talora inflazionato in tutte le condizioni nelle quali è necessario nel nostro organismo
il confronto e l’adattamento di più sistemi ed organi, e cioè quello
endocrino, cioè ormonale, con la prevalenza di iperincrezione di cortisolo ed ormoni tiroidei (fT3 in particolare), detti ormoni del catabolismo, gastrina con rischio di ulcere gastro-duodenali e gastriti erosive, < notturna delle concentrazioni di melatonina, leptina e G.H., e di converso > serale di insulina, grelina, nor-adrenalina ed adrenalina,
neurologico, tipo “lotta – o fuggi”, dove il sistema limbico, che comprende strutture diencefaliche (cingolo, ippocampo, parte dell’amigdala, del talamo e del setto pellucido) e tele-encefaliche, delle quattro zone, provvede a trasformare le emozioni in reazioni viscerali e motorie (somatiche),
immunologico, con deficit funzionale delle attività delle cellule deputate e dei loro prodotti (anticorpi). Al riguardo ricordo il fattore di crescita del sistema nervoso (Ngf: nerve growth factor) scoperto dalla Prof.ssa Rita Levi Montalcini nel 1951, credo, la cui produzione in eccesso, fra l’altro in occasione di eventi stressanti, provoca un deficit funzionale del sistema immunitario globale, ma negli adolescenti mortifica soprattutto l’attività dei linfociti T, ed una situazione pro-infiammatoria con alterazione funzionale dei mastociti (coinvolti nelle ipersenbilità, nelle allergie e nello shock anafilattico). Da qui il problema clinico della psico-neuro-endocrino-immunologia;
fisico nel senso dell’apparato locomotore (movimento, equilibrio, postura); frequente è l’irrigidimento della postura, soprattutto della colonna vertebrale, in occasione di stress,
ossidativo (vedi, se vuoi, radicali liberi e stress ossidativo in Medicina), ed ancora
situazionale in rapporto ad una situazione per il medico di primaria importanza, quale le patologie medico-chirurgiche rilevanti ed impegnative (l’Ospedale, con la sua “non salute” è una reale sede di stress, ma anche l’ambito familiare ed il posto di lavoro sono teatri di tensione, così come il carcere, l’isolamento, la non autonomia consapevole e tanto altro;
psico-emotivo, di pericolo, indecisione, forte disagio, ma soprattutto
di conflittualità, ostilità, ansia e depressione, maggiormente quando si devono affrontare le
necessità e le difficoltà delle
variazioni dallo standard dell’abitudine, del quotidiano, a noi così comode e “familiari”. In campo lavorativo ricordo la dannosa ripetitività del “pendolarismo”, i fenomeni del burnout (termine coniato da H.J. Freudnberg e K. McDermott negli anni ’70), delle continue richieste di straining (performance), Il mobbing e la drammatica crisi occupazionale attuale (iniziata con i subprimes a fine 2006, ed ora mondiale) con la coniazione di un nuovo termine equivalente di stress, il “mal di crisi”; frequente la sindrome ipodinamica consapevole.
La gestione di queste situazioni ed eventi detti stressors, è spesso molto complessa; non sono psichiatra ed è frequente il troppo facile “parlare” e “dare consigli”; in realtà la risoluzione dei problemi è per lo più complessa e pluri-fattoriale.
Rimanendo ora però nei dettami di daddy, parziali, non assoluti, e pertanto solo indicativi, il buon senso e la consapevolezza che dipendono da noi sono senz’altro da incentivare, ma nell’ambito di una ricerca risolutiva, oltre a mille altre strade da percorrere, personalmente intraprese o consigliate da “persone per bene”, devo consigliare 3 punti che caratterizzano un po’ questo blog:
la confidenza con il proprio medico di base (MMG), un Amico/a, e con un eventuale confidente religioso, sensibile ed affidabile, ma anche
l’andare in palestra, per un personale, sano impegno fisico ed emotivo, ed infine
il donare il proprio sangue a chi adesso, subitissimo, o domani o fra dieci giorni ne avrà necessità,
sono tutti terapia dello stress con una “medicina non-medicina” ma a valenza farmacologica, che può essere, nel primo caso,
una caratteristica della propria personalità ma a lungo termine, come disse Joe Weider, prezioso mentore di Arnold Schwarzenegger,
e nel secondo caso un atto di 60 minuti, ripetibile, innocuo, gratificante ed ancora dal significato…terapeutico!
L’abuso attuale è quello di chiamare anche stress un fastidio, una noia, una “rottura” temporanea, un intoppo del momento, forse ripetitivo, da affrontare, talora ben risolvibile: l’intralcio al nostro percorso mentale, disturbante, tipo
“vai a studiare”,
“lavati bene le mani”,
“non fumare” ed altro…(spesso opportuni, ma “martellanti”).
Per concludere, ora, ma temporaneamente, riporto in parte i dati dell’A.C.S.M. (American College of Sports Medicine) per quanto riguarda i danni riportati dall’organismo in situazioni di stress cronico:
disturbi cardiovascolari: incremento dell’aterosclerosi con angina, infarto del miocardio, aritmie, ischemie pluri-distrettuali, arteriopatie periferiche, ipertensione arteriosa;
disturbi metabolici: diabete mellito, ipertrigliceridemia, ipercolesterolemia, obesità (ricordo che il tessuto adiposo viscerale è molto ricco di recettori per il cortisolo), disfunzioni renali;
disturbi respiratori (dispnea);
disturbi neuromotori con performance comunque compromessa;
disturbi neurologici e psichici, con riverberi nutrizionali e comportamentali, blocco della neurogenesi, calo della memoria sempre da cortisolo (fonte: Centro OMS di Medicina Tradizionale, Univ. Milano). Ricordo nella storia della Medicina della prima metà del Novecento, sindrome depressiva nelle giovani donne ed alta incidenza di TBC, poiché lo stress cronico prevede anche
disturbi immunitari con risposta specifica deficitaria, anche da parte dei linfociti natural killer, ed > di immuno-globuline con patologia artritica complessa secondaria; classico l’herpes labialis, ma non solo;
disturbi ortopedici, di postura e deambulazione. E’ poi fatto comune che ognuno abbia un organo “bersaglio del proprio stress”: stomaco, colon, testa, cuore, cute, fegato ed altro, per una sintomatologia preferenziale sperimentata in quelle situazioni conflittuali;
disturbi cutanei, per lo più citochino-mediati o dermatiti infiammatorie, quali herpes labialis già sopra ricordato, alopecia areata, dermografismo, orticaria, lichen e dermatite atopica.
Non da ultima la gravissima problematica relativa alla frequente associazione di comportanmenti anomali, compulsivi, con dipendenza da fumo, alcool, psicofarmaci, droghe, cocaina soprattutto ed in tutti gli strati sociali (!), anche nel campo sanitario (°), da internet, giochi, sesso, cibo e….
L’ossitocina sembra avere un effetto anti-stress (fonte 2009), verosimilmente mediato dalla bilancia ove compare la dopamina.
Dal primo di agosto 2010 scatta l’obbligo di valutare lo stress ed il tecnostress in ambito lavorativo aziendale, come previsto dal Testo Unico 81 del 2008, articolo 28 ed il D.lgs 106 del 2009, con documentazioni scritte a partire dal 3 gennaio 2011. Il datore di lavoro rischia pesanti sanzioni, economiche e penali, nel caso in cui non abbia fatto una valutazione dello “stress lavoro correlato” attraverso questionari e la redazione di un Documento Valutazione Rischi (DVR). Riferimento al riguardo l’ANFOS, l’Associazione Nazionale Formatori della Sicurezza sul Lavoro (www.anfos.it).
Qui gli elementi negativi, veri stressors, sono i ritmi pesanti da organico insufficiente, il precariato, l’eccessiva competitività, l’alternarsi dei dirigenti in breve tempo per la fusione di aziende, gruppi o società. Da non sottovalutare l’inquinamento acustico e dell’aria, l’illuminazione dei locali e le postazioni di lavoro non idonee.
(°) nel 12 – 13% del personale sanitario medico si incontrano problematiche da alcool, altre dipendenze e turbe psichiche severe (fonte: www.cfschweitzer.org).
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