giovedì , 28 Marzo 2024

Giuseppe Ciancaglini: attività sportiva non agonistica ed esami di laboratorio.

Dr Giuseppe Ciancaglini
Dr Giuseppe Ciancaglini

Quando si parla di sport agonistico a livello dilettantistico ed ancor di più di sport non agonistico, i controlli clinici sono spesso del tutto carenti, oppure, se presenti, non sempre aderenti allo sportivo. Da qui la necessità di stabilire dei protocolli di esami per un corretto utilizzo della Diagnostica di Laboratorio.

Riferisco in grandi linee:
1) AVVIAMENTO allo SPORT di SOGGETTI “SANI:
scopo fondamentale è quello di escludere la presenza di anomalie della crasi ematica (in particolare anemie) e del metabolismo azotato. Si può ipotizzare di cogliere l’occasione anche per indagare la situazione del profilo lipidico, sia per individuare i soggetti esposti a questo fattore di rischio cardiovascolare, sia per poter confrontare nel tempo l’efficacia dell’esercizio fisico nei confronti di questo parametro.
Profilo di richiesta: emocromo con formula, glicemia basale, azotemia, creatininemia, uricemia, colesterolo totale e frazionato , trigliceridemia (*), esame urine completo. Periodicità: annuale (almeno inizialmente) o superiore, a discrezione del Curante.

2) CONTROLLO di ROUTINE dello SPORTIVO AMATORIALE che si ALLENA TRE o PIU’ VOLTE per SETTIMANA con REGOLARITA’ :
si tratta in genere di soggetti che tendono a richiedere spesso verifiche del proprio stato di salute: per questo motivo sono di solito ben conosciuti dal loro MMG. In questo caso è utile razionalizzare il ricorso agli esami di laboratorio tenendo presente, oltre alla conoscenza clinica del Paziente, anche le possibili alterazioni legate alla pratica sportiva, al sesso ed all’età, nonché alla frequenza ed all’intensità dell’impegno sportivo.
Profilo di richiesta: emocromo con formula, azotemia, creatininemia, elettroliti: Na, K, Ca, Mg (specialmente se il soggetto fa uso regolare di integratori salini), esame urine completo Periodicità: annuale o secondo il parere del Curante.

3) la DONNA SPORTIVA:
tale tipo di donna è soggetta a particolari problematiche che meritano di essere tenute sotto osservazione. Presenta più frequentemente benessere2degli sportivi maschi situazioni di anemizzazione o almeno di carenza marziale; sono segnalati squilibri nutrizionali particolarmente in alcune discipline sportive (ginnastica artistica, pattinaggio artistico, danza, ginnastica ritmico-sportiva), discipline nelle quali viene esasperata l’attenzione al peso corporeo contenuto (*).
Profilo di richiesta: emocromo con formula, azotemia, creatininemia, protidogramma, elettroliti: Na, K, P, Mg, esame urine completo; sideremia, transferrina, ferritina in caso di anemia o microcitemia. Periodicità: annuale o a discrezione del Curante.

Mi preme riferire un’altra cosa: rispetto ad un’incidenza di amenorrea nelle donne sedentarie pari al 5%, viene riferita una percentuale del 44% – 50% di donne amenorroiche tra le atlete. Le cause di amenorrea in tali atlete sono ancora controverse, ma l’ipotesi più plausibile è un blocco a livello dei fattori di rilascio delle gonadotropine secrete dal diencefalo (*).

Uno squilibrio tra allenamento e recupero e tra energie spese ed apporto nutrizionale, favorisce sicuramente l’insorgenza di amenorrea. Nei casi conclamati è opportuno un controllo dell’assetto ormonale e del quadro nutrizionale: fra l’altro, protidogramma, profilo lipidico, riserve di ferro.
In età fertile è appropriato aggiungere: FSH, LH, estradiolo, progesterone, cortisolo, prolattina, colesterolo totale, trigliceridi.

Per quanto riguarda invece l’ETA’ PRECLIMATERICA e CLIMATERICA va inquadrato l’assetto ormonale in relazione alla diagnosi di menopausa ed in caso di trascorsi atletici, in rapporto all’eventuale anamnesi di amenorrea da “sport” per periodi protratti.

Dr. Giuseppe Ciancaglini
Specialista in Medicina dello Sport ed in Patologia Clinica
Dirigente Medico U.O.C.
Patologia Clinica
Ospedale “Renzetti” Lanciano, Chieti.

(*) Sia per la donna sportiva che per l’atleta di alto rango vorrei sottolineare l’eventualità non remota di doping con ormoni anabolizzanti e steroidi, l’overtraining o sovrallenamento ed infine lo stress, anche qui con il cortisolo che la fa da “regista”.
E ciò non è detto che accada solo nelle sportive agonistiche, ma anche in quelle occasionali o “della domenica” od ancora le gym-rats (le fissate della palestra). Ciò avviene ovviamente anche nel sesso maschile.
(daddy).

(*) utile al riguardo una pausa sul blog del mio Amico Pasquale.

Controllate anche

Dr. Antonio Falconio: il contributo del Medico dello Sport

La relazione del Collega è nella introduzione della Categoria fitness, sezione gym.

Un commento

  1. Carissimo Pino, con la tua esperienza ci hai descritto un percorso preciso ed affidabile per affrontare razionalmente un’attività motoria programmata, un esercizio fisico costante che miri al benessere ed alla gratificazione. Ovviamente ci sono i “fuori pista” i cosiddetti “drop out” che si comportano in modo inappropriato con il rischio di farsi tanto male: intendo riferirmi a coloro che svicolano il controllo e la condivisione del Curante, quelli del tipo che
    “tanto io sono forte, e più forte di te”,
    od anche
    “gli esamucci del sangue facciamoli fare a chi sta male” (!), ecc.
    Grazie per questa splendida ed utilissima collaborazione, una sorta di linea guida che pochi conoscono e che mi rende felice pubblicare.
    Buon lavoro, un abbraccio, daddy.
    (P.S.: io gli esami del sangue li ho fatti il 5 febbraio, quando ho fatto la mia 28° donazione di sangue. Con un po’ di palestra ed il controllo degli alimenti riesco a mantenere il colesterolo “cattivo” O.K.!).

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