giovedì , 25 Aprile 2024

sonno

sonnoE’ l’atto fisiologico del dormire la cui modalità è geneticamente determinata, ereditaria (fonte: De Gennaro L. et Al: Ann. Neur. 2008): ad esempio si sa che Leonardo riuscisse a dormire ad intervalli di 45 minuti fino a 3 ore e mezza, mentre Cartesio amava le 10 ore ed Albert Einstein ostentava  fino alle 11 ore di riposo, un po’ come Valentino Rossi da quanto mi ricordo.
Ecco quindi come le persone si possano classificare, a seconda della tipologia del dormir preferito, in “allodole” quelle cioè che amano addormentarsi ben prima della mezzanotte per essere gagliardi ed attivi ai chiarori dell’alba ed in “gufi” quelle che si addormentano tardi per svegliarsi a giorno inoltrato.
Un’ora di sonno consuma circa 55 Cal. contro le 200 di una camminata “soft”!

Il sonno è’ favorito dal calo del cortisolo, ormone dell’attenzione, della veglia e dello stress e di converso, dall’> della produzione di melatonina.

segnale pericoloNegli USA, i disturbi del sonno sono una delle più pericolose minacce della salute, seconda solo al fumo, prima dell’alcool, per il gran numero di individui con insonnia, > 40 milioni (fonte: Nat. Comm. Sleep Dis. Res.), mentre in Italia gli interessati sono circa il 30% degli adulti (fonte: Istituto Superiore di Sanità), ma i disturbi del sonno affliggono circa il 64% della popolazione, di questa, il 69% non si cura (fonte: Sala Stampa, Ministero della Salute).

Per inciso, mi ricordo questo drammatico ed originale aforisma di Federico Fellini che subito inserisco:
“da qualche tempo passo la notte a dormire accanto a me che sto sveglio”.

Si parla di malattia nei casi di disturbo cronico persistente nel tempo, che incide notevolmente sul benessere dell’individuo con ripercussioni anche nella qualità della vita e del relazionarsi diurne, tipo stanchezza al risveglio, irritabilità, tensione e tendenza alla depressione, distrazioni, piccoli o grandi errori.
Il primo referente per il problema, come sempre, è il nostro MMG, con il quale impostare una giusta diagnosi ed una terapia modulabile e poliedrica. Non sto ad elencarne le problematiche che esulano dalle mie conoscenze, anche se tutti noi qualche episodio di sonno disturbato sicuramente l’ha sperimentato, se non cose più gravi. Da dire soltanto, da buon daddydoctor, di evitare quelle situazioni prima di coricarsi che sono sicuramente sfavorevoli e dipendono da noi, tipo pasto e libagione abbondanti e recenti, troppo caldo e troppo freddo, troppa luce o buio inquietante, fitness intenso di sera tardi, sigaretta fumata due minuti prima (la nicotina, fra l’altro, < la durata del sonno profondo, fonte: Univ. J. Hopkins, Sleep Disorders Center, Baltimora) e poi ancora, letto scomodo, cuscino inadeguato e materasso sgradito, il telefonino a letto con la sua luce per gli SMS, mente con problematiche importanti di difficile gestione, ansia per il programma di domani o per altri impegni, rumori, tic e tac ed altro ancora.

Testut e Jacob, 1906 – emisfero cerebrale sin. superficiale

Durante il sonno avviene la ricarica energetica dell’organismo, la crescita e la rigenerazione trovano il loro momento più indicato grazie all’azione dell’ormone della crescita, il G.H., tant’è che si è sempre detto che i bambini quando dormono, crescono; e questo vale e fa bene anche agli adulti; si rinforza il sistema immunitario con miglior resistenza al pericolo delle infezioni, (chi dorme poco e male ha una salute più cagionevole con tendenza a reiterate infezioni banali per lo più virali), si effettua il passaggio della memoria da breve a lungo termine favorendo assimilazione di nozioni e collegamenti di esperienze, verosimilmente grazie allo stimolo alla crescita del numero delle sinapsi ad opera della serotonina e coinvolgimento dell’ippocampo (*), ed ancora si incentivano intuizioni ed elaborazioni gnosiche ed emotive complesse, si riequilibrano scompensi vari del giorno passato, esperienze di stress, recuperando efficienza psico-fisica e

Edouard Manet – Bar aux Folies Bergère (part.)

fantasie con predisposizione ad una normale attività sessuale; ed ancora, con un sonno adeguato si rischia meno alcool, fumo, caffè, sedentarietà ed irritazioni oculari, turbe psichiche e della memoria, patologie dell’apparato digerente, le cardiopatie e le patologie ipertensivanti (in gioco il cortisolo, ormone dello stress), l’obesità (relazione fra insulina, leptina e grelina), il diabete (per ridotta sensibilità all’insulina) e probabilmente anche il cancro per complessi meccanismi neuro-ormonali ed immunitari. Ricordo incidentalmente le problematiche connesse con l’apnea notturna.

Il consumo energetico del cervello a riposo è di poco < a quello della veglia, circa 80 cal./h,  senza particolari attività intellettive di relazione, tipo leggere e studiare, il dispendio è di circa 100-200 cal./h., mentre con impegno fisico da moderato a molto pesante arriva a 300 fino ad 800 cal./h. Questo organo stupendo che non riposa mai ha un peso pari  al 2% di quello dell’organismo in toto, ma consuma il 20% del dispendio energetico totale (fonte:  ref. in www.giovannichetta.it/sistemanervoso).

daddy 1967: senescenza

La melatonina è implicata nell’esperienze del sonno perchè la sua produzione epifisaria è regolata dalla luce naturale; la sua presenza < con l’età, vedi a fine pagina, ed è coinvolta anche nel ristabilimento del ritmo sonno-veglia nel fenomeno del jet-lag: in questi due casi si può assumere, nelle dosi consigliate, come integratore.

Mi viene in mente che una tecnica sofisticata di tortura è quella della deprivazione del sonno, acuta o cronica, usata molto nel mondo dell’Est: è un calzante esempio di stress estremamente dannoso, che può condurre alla dissociazione mentale ed anche alla morte.

Il sonno si riduce fisiologicamente con l’età, dalle 20 ed oltre ore del neonato ad una manciata dell’anziano (**), ma sicuramente ritmi ed esigenze della società odierna incidono negativamente anche nei giovani, con il trend di dover sempre far tardi, di chattare e far gruppo fino a tarda ora, ma anche nelle situazioni standard: le incombenze, il lavoro e quello notturno, categoria di lavoro usurante che interessa molteplici attività come l’ospedale, le fabbriche, le Forze dell’Ordine, i trasporti, monitoraggi, programmi radio-televisivi ed altro, ed ancora elenco, sicuramente in modo incompleto, gli obiettivi aziendali e di fabbrica, le reperibilità e le numerose responsabilità di vario peso che richiedono molto spesso una riduzione del numero di ore a disposizione per un buon sonno.
Ed ancora, come se non bastasse: tre sintomi peculiari di chi conosce l’insonnia: difficolta’ oggettiva ad addormentarsi, risvegli frequenti e ravvicinati, stanchezza o addirittura spossatezza all’ultimo risveglio del  mattino,  ha un rischio triplicato di soffrire di insufficienza cardiaca  (fonte da verificare, presa da un quotidiano del marzo ’13, senza bibliografia: sto cercando personalmente…).

Infine, ma non come ultimo problema, il “colpo di sonno”, sicuramente responsabile di una quota importante, fra il 23% ed il 30% degli incidenti stradali (fonte: vari Studi di Professionisti ed Istituti Italiani).

(*) fonte. Eric Richard Kandel (Vienna 1929), premio Nobel per la Medicina 2000 sui meccanismi genetici, cellulari e molecolari della memoria ed il loro coinvolgimento con le sinapsi nervose.
(**) nell’anziano la calcificazione dell’epifisi con la scarsa produzione di melatonina crea problemi nell’addormentamento e nel prosieguo del sonno, soprattutto di quello REM e nonREM, i più riposanti.

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