Patologia del metabolismo degli zuccheri con glucosio in eccesso nel sangue, l’iperglicemia, determinata sia dalla incongrua quantità dell’ormone insulina prodotto dal pancreas, ad azione ipo-glicemizzante, sia dall’incapacità delle cellule del nostro corpo di rispondere all’azione della insulina, la insulino-resistenza.
La malattia predilige individui di età media, con familiarità per il problema, “buone forchette” in sovrappeso e con scarsa propensione all’attività fisica.
Si può pertanto, dove aver letto quanto sopra, ridurre il rischio di sviluppare una tale patologia, giocando d’anticipo ed in modo previdente: soprattutto sulla < del peso corporeo, ed i Tecnici vi spiegano come:
forse mangiando di più come quantità, ma meglio dal punto di vista qualitativo nell’ambito delle 24 ore, valutando l’apporto calorico idoneo;
con 5 pasti, cioè i 3 canonici + 2 spuntini;
< drasticamente i grassi cattivi alimentari, soprattutto quelli trans, presenti “ovunque”, in pasticceria, ed anche negli snack (talora junk food) dedicati ai bambini (!) (vedi margarina, i veleni a tavola e le riflessioni sugli acidi grassi), scegliendo latte e derivati parzialmente scremati o magri, carne bianca e pesce, meglio se azzurro, poca carne rossa ed insaccati, cottura al vapore ed al forno, evitando salse, salsette e purtroppo le “buonissime e micidiali” fritture le quali ultime vanno fatte solo con olio di oliva extra-vergine , o almeno con olio di arachidi;
controllo dell’alcool, sia per l’apporto calorico, più del doppio dello zucchero, che per i danni al fegato, cervello, reni, stomaco e personalità,
spazio alle fibre alimentari, quando possibile integrali, ed alle verdure buone di stagione e locali (sempre, quando possibile), più volte al giorno,
camminare 40’ al dì in pianura con passo deciso, scarpe idonee, percorsi salubri e sicuri (attenzione all’inquinamento urbano ed ai “pazzi della strada”), bei pensieri in testa, meglio se in compagnia, con persona gradevole e motivata come voi. E’ vero che siete motivati?
E da questa attività il diabetico può contare su una < glicemia a digiuno e post-prandiale,
< dei trigliceridi (*) e dell’HbA1c (ruolo fondamentale nella patologia del microcircolo e della ipossia loco-regionale). Se poi gradite un allenamento vero, programmatico e con riscontro clinico più evidente, siete candidati alla palestra, al fitness ed a garantirvi una congrua resistenza.
La terapia del diabete mellito tipo 2 per una fase può essere non farmacologica, ma affidata ad uno stile di vita sano e costante, altrimenti ci si affida alla terapia orale o sottocutanea del collega Diabetologo.
Ricordo ancora come una blanda attività fisica aerobica < l’insulino-resistenza.
Dal punto di vista anatomo-patologico questa malattia è caratterizzata da un’alterata funzione delle cellule vasali, soprattutto evidente a carico dei piccoli vasi arteriosi periferici e dei capillari, la microangiopatia diabetica, con progressivo ispessimento del calibro degli stessi e deficit di apporto di sangue arterioso, ricco di nutrienti, e deficit di smaltimento dei cataboliti da parte del sistema vascolare venoso di deflusso. La causa è l’HbA1c predetta.
Si osserva deficit vaso-dilatatorio dell’ossido nitrico (NO), con tendenza alla aggregazione piastrinica, prima fase della formazione del
coagulo, adesività dei globuli bianchi alle pareti vasali con ispessimento delle loro pareti, micro-trombosi e micro-infarti diffusi a valle.
Questa patologia della nutrizione distrettuale da compromissione dei vasi sanguigni ed anche delle terminazioni nervose, la neuropatia diabetica, è molto evidente a livello oculare per la retinopatia, cardiaco, renale, cerebrale, estremità dei piedi ed altro, con quadri clinici multipli, laddove un distretto sia colpito maggiormente, tipo calo della vista, miocardiopatia ischemica, insufficienza renale cronica, vasculopatia cerebrale, turbe del trofismo degli arti inferiori con deficit deambulatorio ed ulcerazioni cutanee.
Accanto a ciò, il diabete compare nella complessa sindrome metabolica, che ti invito a leggere, dove ulteriori malattie del metabolismo creano gravi problemi medici complementari con rischi esponenziali per la salute e la vita; la predisposizione a patologie infettive di vari organi ed apparati rende questi Pazienti “fragili e vulnerabili” con spettanza di vita ridotta, laddove drastici mutamenti dello stile di vita non vengano identificati, intrapresi e perseverati.
(*) Utile al riguardo una pausa sul blog del mio Amico Pasquale: “i trigliceridi”.
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