martedì , 23 Aprile 2024

Tossicodipendenze: alcune droghe

Il termine abuso si riferisce all’autosomministrazione di una sostanza secondo modalità che si discostano dalle norme mediche e sociali condivise, cioè un uso improprio e patologico.

Le droghe sono particolari sostanze che hanno la capacità di provocare sensazioni piacevoli e gratificanti, aumentando la concentrazione di dopamina a livello encefalico, responsabile dei comportamenti da abuso.
Ecco la classificazione più utile, semplice ed accettata delle sostanze di abuso, secondo criteri farmacologici:

oppioidi: eroina;
psicostimolanti: cocaina, caffeina;

rischi farmaci

 

Testut e Jacob, 1906 – emisfero cerebrale sin. superficiale

 

Edouard Manet – Bar aux Folies Bergère (part.)

deprimenti del SNC;
alcool etilico e nicotina (trattate nel blog da daddy);
cannabinoidi;
allucinogeni: LSD (acido lisergico);
designers drugs o sostanze sintetiche: anfetamine ed ecstasy.

Eroina.
Sostanza d’abuso derivata dalla morfina. Produce analgesia, senso di tranquillità, diminuisce l’apprensione, eleva il tono dell’umore ed aumenta la stima di sé, cioè l’euforia. Quando assunta per via endovenosa o fumata, la sensazione è piacevole e intensa, il “rush” o eccitazione. La persistenza nell’uso endovenoso della sostanza, nonostante i rischi connessi, può essere spiegata in rapporto al desiderio di questa sensazione. L’intossicazione acuta da oppioidi, “overdose”, è caratterizzata da euforia iniziale seguita da apatia, rallentamento psicomotorio, miosi, sonnolenza, eloquio indistinto, deficit dell’attenzione e della memoria.
Le proprietà gratificanti di una sostanza sono considerate il fulcro della sua capacità di creare dipendenza. Si definisce dipendenza un gruppo di sintomi cognitivi, comportamentali e fisiologici, indicativi del fatto che il paziente continua a far uso della sostanza, nonostante la presenza di problemi significativi; nella dipendenza è presente il craving o forte desiderio, compulsione all’uso della sostanza.
Nel processo che caratterizza la tossicodipendenza da oppiacei vengono distinti tre stadi:
luna di miele”: il soggetto non assuefatto percepisce effetti di grande benessere; l’uso è saltuario e il soggetto appare convinto di poterlo interrompere senza difficoltà;
dosi crescenti”: si instaura una dipendenza fisica e la ricerca della sostanza diviene compulsiva, le dosi devono essere aumentate così come la frequenza di assunzione per provare benessere, la mancanza della sostanza per oltre due giorni determina l’astinenza, caratterizzata da angoscia, disforia, depressione, dolori muscolari ed ossei, nausea, vomito, lacrimazione, rinorrea (scolo di muco dal naso), midriasi (pupille dilatate), sudorazione, diarrea, sbadigli, febbre, insonnia;
porta girevole”: dopo un periodo più o meno lungo di dipendenza compaiono i primi tentativi di disintossicazione, spesso costellati da ricadute.

Cocaina. Sostanza d’abuso estratta dalle foglie di coca, ha un effetto stimolante. All’assunzione fa seguito una sensazione di intenso benessere, di euforia di breve durata con sensazione di vitalità, lucidità di coscienza, sicurezza e fiducia in se stessi; la velocità del pensiero aumenta, il linguaggio diviene fluido e giocondo, l’attività motoria aumenta; il comportamento è caratterizzato da egocentrismo e chiassosità; sono presenti anche inappetenza e insonnia.

Testut e Jacob, 1906 – sezioni cerebrali

Con il passare del tempo l’euforia diminuisce, nonostante l’aumento delle dosi assunte e la riduzione degli intervalli fra le somministrazioni. Il consumatore cronico di cocaina è ansioso, irritabile, disforico; la suscettibilità può sfociare in comportamenti apertamente aggressivi; può arrivare a strutturarsi una ideazione delirante spesso di tipo persecutorio ed allucinazioni visive ed uditive fino al grave decadimento delle condizioni generali con convulsioni ed epilessia. L’intossicazione acuta da cocaina, “overdose”, è caratterizzata da tremore, midriasi, tachicardia, ipertensione, agitazione, stato confusionale con allucinazione e deliri, febbre, convulsioni.
L’astinenza da cocaina causa depressione del tono dell’umore, ipersonnia, irrequietezza, agitazione, ideazione suicidaria, tremori, dolori muscolari, movimenti involontari. Si instaura dopo uno, due giorni dalla non assunzione della sostanza.

Anfetamine. La potenzialità d’abuso delle anfetamine è legata principalmente ai loro effetti euforigeni a scopo ricreativo e antifatica per l’azione psicostimolante; può essere assunta per via inalatoria o endovenosa e la sua durata d’azione supera le 10 ore, quindi molto più lunga di quella della cocaina, pari a 45 minuti.
L’intensa euforia conduce ad un uso continuo chiamato binge (orgia, baldoria). Su questa seconda fase possono manifestarsi psicosi con ideazione paranoide, mania di persecuzione; segue poi un periodo di assenza di desiderio per la sostanza che genera la crisi di astinenza in uno stato definito “crash”, caratterizzato da depressione, affaticamento, ipersonnolenza, con eccessi di violenza o psicosi.

Testut e Jacob, 1906 – il cuore

L’overdose di anfetamina è caratterizzato da iperpiressia, infarto cardiaco, convulsioni, emorragia cerebrale.

LSD. E’ il più specifico ed il più potente tra gli allucinogeni finora noti ed è diffuso tra soggetti interessati ad alterazioni delle esperienze percettive (vista, udito, gusto, sensibilità). L’esperienza è chiamata “viaggio”, “trip”. Gli effetti psicologici e comportamentali si manifestano entro 60 minuti dall’assunzione per via orale con declino in 6-8 ore. Le alterazioni sono visive, con amplificazione dei suoni e fenomeni illusori, gli stimoli sensoriali si confondono, l’ideazione è delirante, le emozioni intense.
L’intossicazione acuta si manifesta con marcata dilatazione delle pupille, ipertensione arteriosa, tremore, tachicardia, aumento della temperatura corporea, nausea, vomito.

Ecstasy. Anfetamina di sintesi che ha acquistato popolarità come “droga ricreativa” e si è diffusa con vari nomi, Adam, Ecstasy, XTC, MDM. E’ una 3,4-metilendiossimetamfetamina.
La sua assunzione causa un aumento dell’attività fisica, un miglioramento dell’umore, euforia, alterazioni della percezione per circa 5-6 ore. Lo stato di coscienza è alterato ma controllabile.
L’intossicazione acuta provoca ipertermia, alterazioni della funzione cardiovascolare, difficoltà respiratoria.
Non c’è correlazione tra l’uso ripetuto e fenomeni di tolleranza e dipendenza.

Cannabis. Derivata dalla canapa indiana, viene consumata nella forma tradizionale di marijuana (foglie essiccate) e hashish (resina di cannabis e fiori pressati).
La cannabis viene fumata con o senza aggiunta di tabacco. E’ ricercata come droga ricreativa e produce una modificazione dello stato di coscienza con euforia e rilassamento, distorsione del senso del tempo ed intensificazione delle normali esperienze sensoriali.fumo dipendenza
Sono rallentate le funzioni di controllo motorio e di tempo di reazione (rischio di incidenti stradali), compare una disinibizione psicologica che si associa ad una disinibizione comportamentale.
Tra gli effetti collaterali possono comparire: ansia, reazioni di paura fino al panico, depressione, alterazione del ritmo cardiaco.
Non è documentata una significativa tossicità della sostanza. Gli effetti compaiono dopo 10 minuti dall’assunzione e nell’uso abituale la sostanza viene ritrovata nei liquidi biologici (es. urine), anche dopo diverse settimane per il fenomeno di accumulo nel tessuto adiposo; questa è la ragione per cui i sintomi dell’astinenza e la sospensione dell’assunzione sono attenuati.

Benzodiazepine. Farmaci psicoattivi il cui uso terapeutico negli ultimi anni è cresciuto per il marcato aumento delle patologie da stress e da disadattamento: insonnia, sindromi nevrotiche ed ansioso-depressive.
Vengono prescritti per la cura dei disturbi del sonno e usati in quantità non terapeutiche in associazione ad altre droghe per aumentarne o diminuirne gli effetti. Causano tolleranza e quindi il loro dosaggio aumenta nel tempo. Alla loro sospensione compare l’astinenza che, quando è grave, può arrivare a causare crisi epilettiche, disturbi cognitivi e della coscienza.

Per questo articolo devo ringraziare la Collega Dr.ssa Clara Levante.

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