giovedì , 28 Marzo 2024

Collasso, in Medicina.

Un altro articolo richiestomi da una lettrice della Rivista Gente & Piazza del mio caro Amico Prof.

Rivista “Gente e Piazza”, Prof. Mario Micozzi.

Mario Micozzi. Lo adatto al blog come “lezione” per i miei Allievi O.S.S. e per gli Studenti di Scienze Infermieristiche.

Domanda
Da circa 30 anni leggo il giornale “Gente & Piazza” con fedeltà e affetto. Mi chiamo Elena Troisi e sono di Torino di Sangro. Mi urge chiederle, Dottor Graziani, se è vero che esiste un collasso, definito “acuto”, quale è la causa che può determinarlo, quale la prevenzione da considerare e le terapie da adottare.
Grazie, attendo di leggerla quanto prima, Elena.
Risposta
Gentile Signora Elena, Le rispondo volentieri sperando di essere chiaro e schematico.
Il “collasso” esiste ed è sempre acuto; quello che può variare è la durata del fenomeno. Esso può essere di breve durata o protratto, a prognosi subitaneamente benigna ovvero accompagnare una patologia più o meno severa fino alla morte del Paziente.
Ma andiamo in ordine.
L’etimologia del termine collasso proviene dal Latino collabire, cioè crollare, cadere.
In Medicina, oltre a quello del polmone (pneumotorace o pnx) ed al collasso nervoso di pertinenza neuro-psichiatrica che ovviamente trascuro, il problema è relativo al crollo della pressione arteriosa, cioè alla ipotensione,

Testut e Jacob, 1906 – il cuore.

bassa pressione del sangue ossigenato spinto in tutto il corpo dal ventricolo sinistro del cuore; a ciò si associa pertanto la perdita di coscienza. Tant’è che il termine più appropriato è quello di collasso cardio-circolatorio, mettendo in campo due dei tre elementi responsabili, aggiungerò dopo il sistema nervoso centrale, che sono la pompa cardiaca ed il circolo con il suo sistema di vasi ed il suo contenuto, il sangue, tessuto connettivo liquido con le sue cellule (i globuli rossi o emazie o eritrociti, i globuli bianchi o leucociti e le piastrine o trombociti) ed il suo plasma.

Sinonimi generali:
lipotimia (dal Greco léipein mancare e thymós animo, cioè mancanza di spirito o di anima) e sincope o svenimento (dal Greco spezzare o tagliare ) descrivono tutti e tre la perdita di coscienza transitoria ad insorgenza rapida ma di breve durata e a risoluzione spontanea, da ipoafflusso ematico cerebrale,  che comporta caduta a terra con danni se

cuore aperto “a libro” (Atlante Netter).

condari di variabile entità. La causa è una stimolazione del nervo vago (stimolazione vaso-vagale) da stress estremo, paura, ribrezzo, sorpresa, stazionamento in ortostatismo per lungo tempo, tipo i militari durante le parate, stanchezza grave ed altro simile;
e ancora, ma obsoleti in campo medico: mancamento, malore, deliquio.
Il termine shock (dall’Inglese to shock, colpire, cioè urto, colpo) invece, non sinonimo, indica una compromissione del tono dei piccoli vasi con enorme sequestro ematico nei capillari e nelle vene, con cuore ed arterie pertanto povere di sangue. In clinica è l’infezione generalizzata, o setticemia (germi nel sangue), la causa più frequente e l’anafilassi (composto dal Greco ana-, senza e phýlaxis, difesa), la manifestazione più grave dell’allergia. Fra le varie cause ricordo gli alimenti (pesche, fragole, fave, molluschi, semi oleosi ecc.), i farmaci (antibiotici, FANS, aspirina e praticamente tutte le molecole possono esserne responsabili), i sieri vaccinali, le punture di insetto ecc..

Le cause.
Dalle considerazioni precedenti si intuiscono abbastanza le cause del collasso, che ricordo essere tutte acute. Tre gli elementi rewsponsabili, ora descritti.
– Il cuore: tutti i deficit funzionali di pompa cardiaca che rientrano nel vasto capitolo delle sindromi da bassa gittata (sangue pompato in circolo dalla sistole del ventricolo sinistro in quantità insufficiente) e allora in primis l’infarto (morte qui, delle fibre muscolari del miocardio), la severa crisi ipertensiva, l’aritmia più o meno fatale, la miocardiopatia aterosclerotica riacutizzata, le miocarditi da virus, alcol, tossici e veleni, i traumi penetranti o da schiacciamento del torace.
– Il sangue: si avvera essenzialmente nelle gravi emorragie

ictus emorragico (immagine RNM, da C.J.C.)

e nelle severe disidratazioni che nel mondo vedono qui i suoi più drammatici esempi nella  malnutrizione, nel mancato accesso all’acqua potabile e nel colera.
– Il sistema nervoso centrale, cioè il cervello: le forme “benigne” e transitorie sono quelle della sincope, con importante vasodilatazione periferica ed ipotensione arteriosa. Si conoscono purtroppo anche cause drammatiche di collasso di origine neurologico come nell’ictus o colpo apoplettico (con articolo dedicato), per infarto (morte cellulare come già detto) ischemico da assenza di sangue arterioso, cioè ossigenato, per coaguli (sinonimo trombi) ovvero emboli, cioè coaguli giunti al cervello ma di origine extra-cerebrale e per ictus o infarto emorragico da rottura di un vaso cerebrale aterosclerotico di solito in corso di crisi ipertensiva o da rottura di un aneurisma (dilatazione vascolare anomala congenita o acquisita) locale. Mortalità severa per l’ictus emorragico, ma più raro di quello ischemico e comunque talora molto pesanti per entrambi le conseguenze invalidanti in chi sopravvive.
Come per il cuore, il cervello è sensibile alla tossicità di farmaci, veleni, droghe, infezioni, deficit di ossigeno (ipossiemia) ed accumulo di anidride carbonica (cianosi da ipercapnia).

daddy 1967: senescenza

Cara Signora Elena, ho quasi terminato. Lei mi chiede anche la prevenzione e le terapie. Ovviamente capisce che la diagnosi fà la differenza. Nei casi severi di collasso, l’età avanzata o senescenza, il tempo che passa e fà danno, provocando la degenerazione dei tessuti, organi ed apparati e la sindrome metabolica che comprende ipertensione arteriosa, obesità, iperlipemia e diabete mellito sono gli elementi più coinvolti, ma aggiungo che uno stile di vita non corretto, soprattutto nell’alimentazione, nel fumo, nell’abuso di alcol e la sedentarietà rappresentano gli elementi più importanti ai fini della prevenzione.
Un saluto cordiale alla Signora Elena, al Direttore della Rivista Prof. Mario Micozzi ed ai gentili Lettori.

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