è una glicoproteina acida, codificata da un gene mappato sul cromosoma 14, che precorre piccoli peptidi, controlla nelle cellule genitrici il metabolismo dello ione Ca++, l’adesione cellulare e probabilmente lo sviluppo, la genesi di cellule neuroendocrine, acquisendo quindi la funzione di pro-ormone.
Marker molto sensibile per la proliferazione dei rari tumori del sistema neuro-endocrino diffuso, con espressione fenotipica delle due linee di differenziazione cellulare

nervosa ed endocrina soprattutto per il pancreas ed il piccolo intestino. Utile anche nel carcinoma prostatico neuroendocrino, e quindi ormono-refrattario: suoi valori alti si associano ad una prognosi sfavorevole
Nella mia esperienza la forma più incontrata è quella relativa al microcitoma polmonare ed al carcinoide dell’appendice, riscontrato casualmente all’esame istologico per interventi eseguiti in urgenza o per patologie croniche o ricorrenti; qui la forma con caratteristiche neoplastiche di malignità si esprime convenzionalmente per tumori >/= a 2 cm. di diametro massimo.
Raramente cellule neuroendocrine producono questo marker nei tumori del laringe, mammella, ovaio, rene, seni paranasali, testicolo, timo e vescica.
Insieme alla calcitonina si evidenzia nei carcinomi midollari della tiroide.
In casi non di pertinenza oncologica la si può trovare > talora in:
ipertensione arteriosa essenziale,
insufficienza renale cronica,
gravidanza,
malattie infiammatorie croniche intestinali,
terapia cronica con inibitori della pompa protonica nelle patologie esofago-gastro-duodenali; qui utile associare nel Paziente neoplastico, per dirimere un eventuale “falso positivo”, la determinazione dell’NSE.
Come per molti markers, e l’NSE in particolare, il dato della CgA ha valore nel follow up dei Pazienti positivi come risposta alla strategia terapeutica.
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