martedì , 19 Marzo 2024

La Bellezza salverà il Mondo? Perchè questo studio? il I° di 7 quesiti.

“… e sapete voi, disse urlando Stepàn Trofímovič, sapete che l’umanità può vivere senza gli inglesi, può vivere senza la

F.M.Dostoevskij
F.M.Dostoevskij

Germania, può vivere fin troppo facilmente senza l’uomo russo, può vivere senza la scienza e senza il pane, soltanto senza la Bellezza non può vivere, giacché non avrebbe più nulla da fare al mondo!
Tutto il segreto è qui, tutta la storia è qui! La scienza stessa non sussisterebbe un momento senza la bellezza, lo sapete, voi che ridete? Diventerebbe una volgarità, e non

inventereste più un chiodo!…”
(“I Demoni”, Fedor Michajlovic Dostoevskij, Mosca, 1821 – San Pietroburgo, 1881).

L'idiota di F. Dostoevskij (1869)
L’idiota di F.M. Dostoevskij (1869)

Come incipit al mio lavoro, questa frase, trovata per serendipity, la trovo estremamente affascinante, in quanto ero alla ricerca di notizie sulla frase interlocutoria del titolo apparsa ne “l’Idiota”, aggettivo riferito al Principe Myskin, nel senso di troppo buono, innocente, generoso e quindi inappropriato per una società corrotta e maligna, tipo “una pecora in un mondo di lupi”.
L’opera è stata pubblicata nel 1869.

Su suggerimento del mio caro e prezioso Amico Don Michelino Di Lorenzo, ho avuto

Madonna della seggiola, Raffaello, 1513/14
Madonna della seggiola, Raffaello, 1513/14

l’informazione sulla origine della frase
La Bellezza salverà il mondo”,
in quanto espressa dall’Autore nel 1868 mentre osservava estasiato l’opera di Raffaello (Urbino, 1483 – Roma, 1520)
“La Madonna della seggiola” (o della sedia)
in Palazzo Pitti e quindi subito inserita nel romanzo.

Al momento in cui scrivo, l’idea non è quella di identificare quale sia la soluzione del quesito, anche se ho “la mia” che esporrò in un altro articolo, cerco invece di esprimere il mio pensiero nell’analisi dei 5 + 2 elementi di questo grande quesito, che sono:

Perché, Cosa, Chi, Come e Quale, con Salvare e Mondo.

Bernardo di Chartres
Bernardo di Chartres

In essi sicuramente c’è tanta utopia, romanticismo, religiosità, generosità, nonché cultura personale, esperienze ed aspirazioni, talora primeggia, sempre nella scelta, un approccio con sentimenti di umiltà,
“mettendosi, noi nani, sulle spalle dei giganti”
(Bernardo di Chartres, XII° secolo), per meglio proporre una soluzione quanto più ampia, morale e condivisibile.

Ed ecco allora il primo dei 7 quesiti preceduti da un aforisma di Oscar Wilde (Dublino 1856 – Parigi 1900):
“Scelgo i miei amici per la loro Bellezza,
le mie conoscenze per la oro rispettabilità e
i miei nemici per la loro intelligenza
“.

1) PERCHE’. Il perché di questo studio/ricerca ha tre tappe.

La prima risale al 1970, quando ero studente interno nella I° Patologia Generale all’Università Statale di Roma. Il Direttore di Cattedra era il Prof. Merlino, già molto anziano. Un giorno disse a noi discenti:
“quando, e se, perderò la facoltà di stupirmi, allora sarà il tempo della mia pensione. Questo elemento è per me fondamentale, è la bellezza che salverà il mondo” .

Io non conoscevo questa frase e purtroppo non ebbi la curiosità di fare una ricerca. Mi stupii invece per lo “stupore” del Prof. e della sua grande cultura ed energia.

La seconda tappa è relativa ai primi del 2008, quando ho avuto occasione di leggere uno splendido libro dal titolo “La Bellezza salverà il Mondo?”, Casa Editrice Marietti S.p.A., Genova-Milano, edito nel 2007 per conto della Fondazione C.E.U.R. (Centro Europeo Università e Ricerca). Il mio primogenito, Claudio, allora universitario, era ospite a Milano di una loro struttura collegiale e fu presente all’incontro dedicato dei Dirigenti con Santo Versace il 16 novembre 2006.

La terza tappa per questo lavoro è nata nel novembre 2012 durante un viaggio a Madrid dove il mio secondo figlio, Daniele, frequentava l’Università-Politecnica in Erasmus (l’acronimo: European Region Action Scheme for the Mobility of University Students, l’ho scritto perché lo dimentico sempre). Di questo ne parlo al punto 5.

Quindi la consapevolezza dell’ignoranza e la curiosità anche se un po’ tardiva, hanno funzionato come “motore di ricerca” di questo lavoro.

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