venerdì , 26 Aprile 2024

Angelisa Bianco e Giacomo de Crecchio: la Casa di Conversazione di Lanciano

Lanciano – Centro storico, con il Comune, sede della casa di Conversazione (foto archivio della Farmacia Colalé-Rotellini)

Su cortese richiesta della grande Amica Prof.ssa Angelisa Bianco pubblico questo suo articolo sulla Casa di Conversazione di Lanciano, dal titolo:
Non si uccidono così anche la storia e la tradizione?

Ma prima di farlo, ho contattato il Dr. Giacomo de Crecchio autore del libretto “La cultura in salotto” ispiratore del pensiero della Bianco. Egli dopo solo una manciata di ore, sabato 30 settembre, mi ha fatto graditissimo omaggio della

Prof. Giacomo de Crecchio, Lanciano

sua opera. Agevole, veloce e ricca lettura, gioia per la mente e splendida raccolta di notizie, date e testimonianze sulla cultura lancianese ed in particolare sulla Casa di Conversazione suddetta.

A pagina 104 leggo le parole dell’Avvocato Amedeo Finamore (Lanciano, 1892 – Chieti, 1980) sull’argomento, che riporto:
“Ma la la buona tua guardia, vecchia Casina nostra, é per i ricordi nostri,
non é più per i nostri sogni”.
Il grande Professionista, amante viscerale anche delle Lettere e delle Lingue evidentemente si riferisce al tempo che passa, avendo scritto queste parole ad 80 anni, ma la nostalgia velata di dolore di queste parole ben si adatta alla situazione attuale dei locali che furono sicuramente una sorta di prezioso imbuto di cultura, condivisione, arte ed anche di spensierato e sano tempo libero. E questo non solo per la città di Lanciano, ma per tutto il territorio.

Prof.ssa Angelisa Bianco, Lanciano

E veniamo ora alla testimonianza della Prof.ssa Angelisa Bianco.
Da poco tempo è uscito, in edizione limitata, un pregevole libretto a cura del Dr. Giacomo de Crecchio, al quale la nostra città deve essere  grata per le tante iniziative culturali da lui curate, dal titolo
“La cultura in salotto”
.
In questo pregevole e accurato lavoro, Giacomo ripercorre la lunga strada che “dai gabinetti di lettura” ha portato alla nascita della Casa di Conversazione, circa 150 anni fa.

Un lungo e proficuo periodo che ha visto la “nostra” (cioè di noi lancianesi e non solo) Casa di Conversazione ospitare illustri letterati, grandi economisti, famosi musicisti. Mi piace pensare che anche il nostro sodalizio abbia contribuito, in questi 150 anni, alla crescita culturale, economica e sociale della nostra città.

Sono stata socia della Casa di Conversazione per circa 50 anni. Avevo già partecipato da diciottenne, insieme a tanti coetanei, alle serate dell’apertura del Settembre lancianese, così, quando cominciai ad insegnare, mi iscrissi alla Casa di Conversazione per frequentare i corsi di bridge e per poter partecipare ai numerosi eventi artistici, musicali e letterari che venivano organizzati dal Consiglio Direttivo
per tutta la città.

Verso la fine degli anni ’80 l’assemblea decise, con il placet dell’Amministrazione Comunale e con l’esposizione di alcuni Soci, di firmare una fideiussione per circa 600 milioni destinata a rimodernare e rendere elegante e confortevole il nostro circolo, come già era stato fatto agli inizi del ‘900.

Con discreti sacrifici da parte di tutti gli iscritti creammo un ambiente ammirato, per stile ed eleganza, da tutti coloro che, stranieri e forestieri ospiti della nostra città, nel corso degli anni sono stati accolti nella “nostra Casa”.

Oggi fa molto male vedere quei sacrifici fatti, comunque, con amore per la nostra città, svalorizzati senza alcuna reale stima dell’arredamento (sedie e poltrone Frau), dei quadri (un esempio per tutti: un quadro di Dyalma Stultus è stato venduto da Christie’s, se non erro, per € 13.000), delle sculture, del pianoforte a coda, del biliardo, degli impianti microfonici, dell’arredamento della Pompeiana. E non vogliamo considerare gli scores del bridge e la cucina completa, il bar e i servizi di piatti, bicchieri e posate che venivano utilizzati quando si organizzavano cene di beneficenza per la CRI, per il Rotary, i Lyons e varie altre Associazioni.

Veder così svalorizzato tutto ciò che, ripeto, con tanto amore e sacrifici avevamo creato, fa veramente male a chi, come me e tanti altri cittadini, in quel Circolo si è arricchita
musicalmente con splendide serate di jazz e musica classica, artisticamente con mostre e conferenze d’arte,
culturalmente con conferenze che spaziavano dalla letteratura alla poesia, dai temi sociali a quelli  giuridici.

Capisco che chi non è lancianese non può comprendere quanto la Casa di Conversazione sia stata importante per tutta la città e quanto possa far male vederla utilizzata come ufficio comunale anche se dell’Assessorato alla Pubblica (d’)Istruzione!!?

 

 

Angelisa cara, grazie per questa bella e purtroppo malinconica rievocazione della storia del luogo magico dei ricordi e della cultura quale era la Casa di Conversazione. Giacomo de Crecchio è un prezioso studioso e ricercatore della “bellezza” non solo locale, al quale va il nostro plauso di gratitudine.
Credo che due siano i sentimenti che ti hanno portato a suggerire la pubblicazione di questo documento. Uno é l’Amore, elemento che ha multiforme valenze espressive come nella Storia, nella Cultura, nelll’Arte e, ripeto, nella Bellezza; l’altro é il Dolore, dovuto ad un Bene perso, forse “ucciso”.
Un abbraccio a te
ed un grazie a Giacomo,
Stefano.

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