giovedì , 25 Aprile 2024

Pietro Verratti: “Diceva mio Padre… Ricordi per lenire il rimorso”. Recensione.

Pietro Verratti

 

 

E’ l’ultima pubblicazione del grande Amico Pietro Verratti, dell’ottobre 2018. A me e ad altri Amici, la sua richiesta di una recensione-riflessione post-lettura.

Qui di seguito la sua dedica e le 25 frasi del Papà Federico, che insieme all’esempio personale hanno caratterizzato la strategia per l’Educazione filiale.
                                                                                                       

 

A Mariangela e Federica, senso dei giorni miei,

ed a tutti i giovani, perché, anche attraverso

queste pagine, possano riscoprire il valore

della cultura che altre generazioni

hanno espresso.

DICEVA MIO PADRE … Ricordi per lenire il rimorso.

Pietro Verratti, un suo libro: “Diceva mio Padre… Ricordi per lenire il rimorso”. Dipinto di Michele D’Armenio (part.)

 

  1. Me piere na faccia cunusciute
  2. Aremittele addò l’î pijate ca ci l’aretruove
  3. Tutte fa
  4. Chi campe senza cunte, more senza cante
  5. L’amicizie si fa subbete, ma ci vo’ pe mantenerle
  6. Po’ sempre servì’
  7. La pulizie fa male sole a la saccocce
  8. Pe ffà’ nu lavore bbone o farle malamente, ci vo lu ŝtesse tempe
  9. Quande tiè mantiè, quande nen tiè, sprieche
  10. À jte bbone pe cquarant’anne
  11. I parle ‘n generale
  12. Fineme la mmasciate e dope magneme
  13. Fa cchiane, ca fineme prime
  14. Se faceme a ttempe, ‘n aspetteme dumane
  15. La grazie di Ddije ‘n se disprezze
  16. Abbade a lu termine
  17. Lu gabbe arimasce
  18. Lu medeche te l’à da fa’ tu
  19. Signetele
  20. Se Ddije vo’
  21. A ŝta case ‘n se parle
  22. Uocchie apierte!
  23. Mittete nche chi è mejje di tè e fajje le spese
  24. Guarde e ‘mpare
  25. Mittete la tutaIl mio pensiero.

Ciao Pietro, grazie.
Il tuo libro é… ‘n’ Apocalisse!!!…
Nel momento in cui la potenziale ed enorme forza fisica della giovinezza, spesso però afinalistica, perché poco razionale, disordinata ed inesperta, lascia il posto alla Consapevolezza dei valori orali e comportamentali familiari, ecco che prepotente s’impone accanto all’Amore svelato e percepito, il sentimento del Rimorso, come bene dici tu.
E’ la luce del “Vero” che rende tutto chiaro, ma è l’arrivo di un segnale di maturità purtroppo tardivo. E così, caro Pietro, accanto a quel rimorso di un comportamento non gratificante, per precisa e fisiologica immaturità,  superficialità, “fretta” e forse diffidenza, prepotente si associa il Rimpianto, il dolore di aver perso la possibilità di salire sulle “spalle dei giganti”, ormai lontane, ma certo non perse: le spalle di un Padre saggio.
Come ben sai, nelle tragedie i Greci chiamavano  “catarsi”  il fenomeno della purificazione, dopo la rivelazione (apocalisse!) e consapevolezza del reale, del kalòs kai agathòs (io sfacciato e presuntuoso studente del Liceo Scientifico!), ovvero “bello e buono” e del giusto. E tu hai avuto la forza morale di riconoscere e condividere quanto validi fossero i dettami educativi di tuo Padre (dal nome?), mascherati da aforismi, parabole, giochi di parole, aneddoti e mottetti, il tutto condito da un’elegante ironia.
Ed il tuo, Pietro, è messaggio catartico, non Greco ma Abruzzese di alto valore che hai vissuto e che ci

trasmetti. Da qui il “grazie” del mio incipit.
E grazie ancora perché hai espresso con tanta umiltà ed in modo gradevolissimo e sapiente quello che noi non abbiamo voluto o potuto esternare così elegantemente, se non incidentalmente in varie situazioni, per pudore, superbia, pigrizia o “fretta” (parola nominata nei ricordi del libro nn. 2, 13, 14). Fretta, appunto: un’altra piaga della nostra società che ti permette di guardare ma non di vedere, mortificando e minando l’Esperienza, che è l’affidabile acquisizione, spalmata nel tempo, di ciò che “è

per me” e pertanto per tutti. E non bisogna necessariamente essere un piccolo principe francese per capire che è fondamentale vedere con il cuore e che la “Scuola familiare” insegna gli elementi portanti della personalità e della espressione sociale, ma richiede sensibilità ed attenzione, talora serendipity per l’opportunità che ci viene proposta. E’ questo l’Amore finalizzato alla Educazione: ma richiede tempo. Il tempo che ci rende maturi perché ci dà la possibilità della Riflessione.
La società di “oggi”, ma anche di “ieri” manifesta spudoratamente ed in modo reiterato valori liquidi culturali, morali ed etici. Essa avrebbe di sicuro bisogno di una stabilizzazione concreta con queste zolle e mattoni di saggezza del tuo Grande Padre. Per Lui sicuramente il termine “perle” avrebbe la valenza dell’inappropriatezza, dell’effimero e dell’inconsistenza, adatto invece a personalità che non amano la polvere, il sudore e il disagio del fango.
Con questo tuo omaggio a Papà hai saputo creare una magia che mi ha garbatamente trascinato dentro una dimensione nuova di emozioni coinvolgenti, per me fantastica e virtuale, per te immanente e concreta.
Ciao Pietro, e ancora grazie!

Stefano.

 

 

 

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