mercoledì , 24 Aprile 2024

fibre alimentari

fibra alimentare: è il residuo di vegetali commestibili, non scisso dalle attività enzimatiche digestive; si oppone, soprattutto quella

Testut e Jacob, 1908 - colon discendente e sigma

insolubile, all’assimilazione del colesterolo e dei sali biliari incidendo però poco sulla colesterolemia. Consigliati 25 gr. al dì (fonte: EFSA: European Food Safety Authority) e non oltre (fonte: SINU, Società Italiana di Nutrizione Umana, nei LARN, i Livelli di Assunzione giornaliera Raccomandati di Nutrienti per la popolazione italiana. Forse nei cardiopatici potrebbe essere utile una dose maggiore, intorno ai 30 – 35 gr./die, evenienza da condividere però con lo Specialista.

Nel 2o11 gli Archives of Internal Medecine hanno pubblicato un ampio lavoro sui benefici delle fibre  sui fenomeni degenerativi nella funzione immunitaria per problemi infettivi, sulla funzione respiratoria e cardio-vascolare nonchè nel cancro pancreatico maschile (fonte polmoni, fonte cardio-vascolare, fonte oncologia). La riduzione del grasso viscerale sarebbe fondamentale nel diminuire la produzione di citochine pro-infiammatorie.

Fibre insolubili: sono la cellulosa, l’emicellulosa e la lignina presenti per lo più nella crusca (residuo della formazione della farina) dei cereali ovviamente integrali, nella verdura, frutta e frutta secca, legumi. Molto idrofila e non fermentante, assorbe molta acqua con > del volume e della pastosità fecale e della peristalsi intestinale.

Fibre solubili: fermentano grazie ai batteri del colon,  forniscono acidi grassi che sono i nutrienti per le cellule del colon, si oppongono allo sviluppo di ceppi batterici dannosi e favoriscono l’assorbimento di sali minerali ed acqua. (fonte: Taus M. e Coll., 8° Corso di aggiornamento in Nutrizione Clinica, Ancona 27-29 maggio 2009, pag.143.).
In questo gruppo segnalo i polisaccaridi beta-glucani, soprattutto nella crusca di avena, lievito di birra e papaia, impiegati in molte situazioni funzionali o francamente patologiche, l’inulina della cicoria, tarassaco, tartufo bianco e topinambur e lo psillio, anch’esso mucillagine a funzione emolliente e lubrificante, altamente idrofilo, utile nel paziente diabetico tipo II per un discreto controllo metabolico con < della glicemia e dei picchi di insulina; in associazione a pasto proteico > la leptina, ormone della sazietà; nota la sua funzione prebiotica favorendo lo sviluppo degli utilissimi bifidobatteri.

Attenzione ai problemi di meteorismo e flatulenza: queste fibre formano una massa gelatinosa e viscosa con effetto stiptizzante; ne fanno parte le gomme, le mucillagini (tipo glucomannano, con effetto anche di “sazietà”) e le pectine della frutta che < l’assorbimento degli zuccheri e del colesterolo esogeno, ma anche e probabilmente quello prodotto dall’organismo, cioè endogeno, per un problema di tipo enzimatico (fonte: Bianchi A.: Colesterolo e trigliceridi, Medicina Naturale, 11-2002).

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