venerdì , 19 Aprile 2024

castrazione chirurgica

Nella donna, menopausa chirurgica è l’asportazione delle ovaie per cancro e per patologie benigne selezionate, anche in funzione dell’età; in quella fertile, il termine forse più giusto è sterilizzazione (ovarica); nell’uomo è l’asportazione chirurgica dei testicoli, sterilizzazione maschile, che avveniva per i guardiani dell’harem, gli eunuchi (dal greco eunouchos, “guardiani del letto”), in età prepubere e per dare voce “bianca” ai giovani cantanti (*), tant’è che tale operazione (veniva) viene definita “castrazione bianca“, ed era ancora l’antica e triste strategia terapeutica del cancro della prostata, soppiantata ormai da molto tempo da un’efficace terapia medica ormonale.
L’evirazione (di solito riferita al solo membro) o meglio l’emasculazione, comprende l’asportazione del pene e dei testicoli: veniva definita “castrazione nera“.

I soprani, per lo più italiani, erano molto ricercati e ben pagati nel Settecento in Italia, in Francia e praticamente in tutta Europa.

Tale pratica nasce nel 1588 sotto il papato di Sisto V° il quale, riprendendo le parole di di San Paolo “mulieres in Ecclesiis taceant” (tacciano le donne nelle chiese) ed anche nei teatri, vieta al sesso femminile questa espressione artistica potenzialmente fonte di attrazioni e desideri peccaminosi (!).
Nei primi lustri del 1800 la castrazione a fini canori viene ad essere sempre più criticata, aprendo piano piano l’accesso alle donne nei loro ruoli fisiologici per essere

finalmente dischiarata disumana da molti solo nel 1902 (!), quando Papa Leone XIII° pone fine all’ingresso dei castrati nella Cappella Sistina: Alessandro Moreschi sarà l’ultimo cantante.
E di “vittime” dell’arte canora si conoscono i primi esempi isolati nella città di Bisanzio, circa duemila anni fa, ma la fama storica è ascritta ai cosiddetti sopranisti, di moda nel coro della Cappella Sistina pontificia dalla seconda metà del Cinquecento, per lo più

Carlo Brioschi, detto il Farinelli
Carlo Brioschi, detto il Farinelli

provenienti dalla città di Pistoia, l’Accademia dei Risvegliati.
I primi castrati famosi ad entrare in Vaticano con il già citato pontefice Siasto V° sono gli spagnoli  Francisco Torres (1562), Francisco Soto de Langa e Juan Figueroa (1563), figli della tradizione musicale araba caratterizzata, fra l’altro, dalla presenza degli eunuchi mentre il primo italiano ad entrare nella Cappella Pontificia è stato Giacomo Spagnoletto nel 1588.

Anatomia topografica di Testut e Jacob, 1908, testicolo dx

Il più celebre delle “voci bianche” però è stato senz’altro Carlo Brioschi, detto il Farinello o Farinelli (Napoli 1705 – Bologna 1782), castrato nel 1717 a 12 anni, in omaggio ai suoi protettori Farina, uomini di legge; ricordo quindi Claudio Monteverdi e Girolamo Bacchini ai primi del Seicento, alla corte di Mantova, i fratelli Atto e Filippo Milani, Giovanni Francesco Grossi, detto il Siface (Re della Numidia), ? Mariotti e ? Chiostra, verosimilmente romani, Felice Salimbeni (1712-1751), Giovanni Battista (Straccia) Velluti (1780-1861, l’ultimo nei teatri) ed Altri minori.
Merita però menzione Girolamo Crescentini (Urbania 2 febbraio 1762 – Napoli 24 aprile 1846), maestro di canto della famiglia imperiale napoleonica a Parigi da considerare forse l’ultimo eccelso artista in tal senso.

Tempo fa lessi di una riesumazione del corpo del Farinelli, che sarebbe dovuta avvenire nel mese di luglio sicuramente, anno 2006 o 2007, per studiarne la notevole altezza, eccessiva per il 18° secolo, e le sue capacità funzionali polmonari per giustificare le qualità eccelse delle sue espressioni vocali: purtroppo non ne ho trovato traccia, ma continuerò la ricerca.

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