mercoledì , 24 Aprile 2024

esercizio fisico, adattamento cardio-respiratorio

con l’> dell’attività fisica il sistema cardio-vascolare e quello respiratorio si adattano lavorando di più e le fonti energetiche, come visto in attività fisica e consumo energetico, cambiano.
Vediamo ora per primo l’adattamento cardio-vascolare, che si ha essenzialmente con:                                      corsa

*) l’> della frequenza dei battiti cardiaci/minuto (F.C.) in sintonia con l’intensità del lavoro e con il consumo di O2, grazie agli ormoni catecolamine (adrenalina e nor-adrenalina) di provenienza surrenalica, da stimoli cerebrali e da quelli provenienti da muscoli ed

Testut e Jacob, 1906 - proiezione ant. dei polmoni
Testut e Jacob, 1906 - il cuore

articolazioni.
La possibilità di adattare la F.C. alla richiesta funzionale dipende dall’età, dalle condizioni di allenamento, dalle condizioni cliniche del cuore e degli altri sistemi interessati (cardiopatie, pneumopatie, anemie, patologie osteo-articolari ed altro), da condizioni ambientali (altitudine – mare, montagna…, temperatura, umidità), stato psichico ed uso abituale di farmaci.

In modo piuttosto indicativo e didattico, si può suggerire che la F.C. massima, alla quale si associa il concetto di massimo consumo di O2, sia 220 – gli anni di età; quella consigliata per l’allenamento cardiaco è l’80% di quel risultato: cioè per un individuo di 40 anni si ha: 220 – 40 = 180, l’80% è 144.

*) l’> della gittata sistolica (G.S.), ovvero della quantità di sangue immesso nell’aorta, in circolo, per ogni battito cardiaco (contrazione del ventricolo sin.). Questa aumenta con il crescere del lavoro con la stimolazione delle catecolamine. Normalmente tale quantità di sangue, a riposo, è pari a 60-100 ml (o cc.), mentre con lo stimolo massimale raggiunge i 100-120 ml.

*) l’> della gittata cardiaca (G.C.), cioè della quantità di sangue mandato in circolo/minuto. Normalmente a riposo esso è pari a circa 5l./minuto e può raggiungere i 20l./min. nel lavoro massimale.

*) l’> del flusso sanguigno nei muscoli in azione raggiunge l’85-90% della G.C., mentre a riposo è di circa il 15-20%; nel cuore il flusso

Testut e Jacob, 1906 - sezioni cerebrali

aumenta del 400-500%, resta invece invariato il flusso cerebrale.

*) le arterie si dilatano, favorendo l’elasticità di parete e diminuisce la tensione, cioè la pressione arteriosa, favorendo l’> del flusso di sangue ossigenato ai tessuti interessati: e questo in tutti i settori anatomici, tranne quelli digestivi.

*) l’> della pressione arteriosa (P.A.) massima o sistolica espressa in millimetri di mercurio (mmHg), per un certo tempo di lavoro ha un incremento lineare, con punta massimale intorno ai 205 (+ o – 15).

*) l’> della pressione arteriosa sistemica si associa anche ad un > della pressione sanguigna polmonare. Tenendo presente che il ventricolo dx è abituato a lavorare contro la pressione dei polmoni nell’ordine medio di 20 mmHg, si comprende come un esercizio prolungato, intenso e ripetuto, non controllato da specialisti, possa comportare una sofferenza muscolare del ventricolo dx con rischio di ipertrofia-sfiancamento e quindi deficit funzionale di pompa dx ed insufficienza valvolare polmonare (stasi venosa del distretto dx del cuore): attenzione quindi all’obiettivo che richiede un oculato programma di allenamento.

*) l’> del consumo di O2 del miocardio (muscolo cardiaco, di tipo striato) è essenzialmente dovuto all’> della F.C.

L’adattamento respiratorio reagisce con:

*) > dello scambio nei vari organi ed apparati, qui soprattutto nei muscoli, di O2 e CO2, così come a livello intra-cellulare avviene con l’O2 che entra e la “scoria” CO2 che esce, immettendosi nella rete dei capillari locali e trasportata nei polmoni, dove viene eliminata attraverso la espirazione. La necessità dello smaltimento dell’> di CO2 viene compensato dal fenomeno dell’iperpnea, cioè > del numero degli atti respiratori/minuto.

Se l’attività muscolare continua ad aumentare o si protrae molto nel tempo, la quota della via glicolitica di produzione di E. >, producendosi acido lattico.

*) incremento della meccanica ventilatoria, con l’ausilio di tutti i muscoli respiratori e respiratori accessori nonché con l’> dei diametri delle “vie dell’aria” respiratorie (dalle cavità nasali ai bronchioli).

*) incremento della circolazione di sangue polmonare per le attività specifiche.

L’esercizio fisico è valido sia come prevenzione primaria in un individuo in salute, sia nella prevenzione secondaria, in quei casi cioè in cui l’attività motoria, accanto ad un’eventuale terapia farmacologica, controlla e frena l’evoluzione negativa nel tempo di una malattia clinicamente manifesta. Si potrebbe affermare che l’esercizio fisico, unitamente ad un positivo stile di vita, agisca come farmaco per la prevenzione dell’ictus cerebrale, dei tumori del colon e del diabete mellito tipo 2; al riguardo il miglior utilizzo periferico dell’insulina può ritardare l’esordio della malattia diabetica e diminuire invece la terapia nel diabete in atto.

Ancora, l’esercizio fisico appropriato stimola la produzione di un maggior numero di agenti riducenti utili per ottenere più energia e pertanto un adeguamento della prestazione, chiamato allenamento.

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