venerdì , 29 Marzo 2024

“Il Silenzio” secondo la Prof.ssa Angelisa Bianco

Il silenzio
Il silenzio

Il silenzio.

C’è un silenzio che ci fa rilassare che ci culla ed un silenzio che ci angoscia.

Ricordo il silenzio, che ci avvolgeva quando eravamo bambini ed andavamo a letto, era pieno di strani rumori, scricchiolii che ci spaventavano, ci incuriosivano e ci facevano fantasticare.

Il silenzio, oggi, è un opzione nella nostra vita quotidiana così affollata di rumori di vario genere, rombanti motori, televisioni ad alto volume, altoparlanti che pubblicizzano qualcosa o qualcuno.

Il silenzio sembra, oggi, far solo paura a noi tutti. Camminiamo incollati ai telefonini, abbiamo auricolari infilati nelle orecchie che ci isolano con la loro musica.

Sembra che tutti abbiamo paura del silenzio, soprattutto i giovani, ma non la paura che avevamo noi da bambini, è una paura diversa è la paura di restare soli con se stessi, di ascoltare il proprio cuore, i propri pensieri, la propria voce interiore, forse, la propria coscienza o forse di non trovare qualcuno che ci ascolti e il rumore, quel rumore che cerchiamo continuamente, ci distrae agendo come una droga su di noi.

Certo il silenzio che si riempie di pensieri fastidiosi, di ricordi spiacevoli, che non riesci a cancellare, pesa molto. Se però improvvisamente potessimo usare un silenziatore anche per essi ci accorgeremmo che il silenzio è invece pieno di suoni melodiosi: il frusciare del vento tra le foglie, il frinire delle cicale, il cinguettio degli uccelli, lo sbocciare di un fiore, lo sgocciolio di una fontana, lo sciabordio delle onde. Questi suoni melodiosi riuscirebbero da soli a placare le nostre paure e le nostre angosce ed a farci riappropriare del nostro io più profondo. Forse riusciremmo anche a riallacciare, con la Madre che ci ha generato, quel legame simbiotico che, per una sfrenata voglia di libertà ed autonomia, per un assurdo desiderio di dominio e rivalsa, abbiamo reciso, dimenticando che da essa siamo stati generati, ad essa ritorneremo e che per quanti sforzi facciamo per dominarla essa è sempre la più forte perché il suo amore è per tutte le creature che ha generato, non solo per noi umani.

Forse per questo il silenzio ci fa paura, ci obbligherebbe ad ascoltare l’urlo di dolore proveniente da tante creature

l'urlo (Skrik) di Edvard Munch (1893)
l’urlo (Skrik) di Edvard Munch (1893)

viventi e da esseri umani che stiamo sfruttando, distruggendo non per effettiva necessità ma per ingordigia,vanità e desiderio di potere.
Siamo egocentrici e narcisisti!

Ma la Madre terra di tanto in tanto punisce il nostro orgoglio, la nostra arroganza, la nostra presunzione di dominatori urlandoci a suo modo il suo dolore e spronandoci ad imparare a rispettarla, ma la nostra miopia o il nostro egoismo non sembrano farci fare tesoro di queste difese che essa pone in atto, e pensare che tra qualche migliaio di anni lei sarà ancora quì e noi saremo … neppure un ricordo.

Il silenzio è anche il dolore del ricordo delle persone amate che non senti più ciabattare intorno a te ed è anche il momento in cui, però, le loro voci, le loro risate, il loro canto ti risuonano intorno ed i tuoi occhi si riempiono di lacrime.

Forse se alle tante, talvolta troppe, parole che usiamo opponessimo altrettanto silenzio, se imparassimo ad ascoltarlo questo silenzio, insieme al battito del nostro cuore ed alla fievole voce della nostra coscienza intontita, ammaliata dal canto di tante sirene, ritroveremmo il legame con la terra che ci ha generato, con le persone che ci hanno lasciato e, soprattutto, l’essenza della nostra umanità e,

Pablo Neruda
Pablo Neruda

perchè no, forse anche la risposta al perchè siamo qui…

Mi piace ora ricordare questa splendida poesia di Pablo Neruda (1904 – 1973), “Restare in silenzio“.

Ora conteremo fino a dodici
e tutti resteremo fermi.

Una volta tanto sulla faccia della terra,
non parliamo in nessuna lingua;
fermiamoci un istante,
e non gesticoliamo tanto.

Che strano momento sarebbe
senza trambusto, senza motori;
tutti ci troveremmo assieme
in un’improvvisa stravaganza.

Nel mare freddo il pescatore
non attenterebbe alle balene
e l’uomo che raccoglie il sale
non guarderebbe le sue mani offese.

Coloro che preparano nuove guerre,
guerre coi gas, guerre col fuoco,
vittorie senza sopravvissuti,
indosserebbero vesti pulite
per camminare coi loro fratelli
nell’ombra, senza far nulla.

Ciò che desidero non va confuso
con una totale inattività.

E’ della vita che si tratta …

Se non fossimo così votati
a tenere la nostra vita in moto
e per una volta tanto non facessimo nulla,
forse un immenso silenzio interromperebbe la tristezza
di non riuscire mai a capirci
e di minacciarci con la morte.

Forse la terra ci può insegnare,
come quando tutto d’inverno sembra morto
e dopo si dimostra vivo.

Ora conterò fino a dodici
e voi starete zitti e io andrò via.

—————————————

Prof.ssa Angelisa Bianco,
Lanciano (Ch).

 

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